A volte penso a Miyamoto Musashi…
Tempo fa lessi “Musashi” di Eiji Yoshikawa una biografia romanzata del grande spadaccino e ne rimasi entusiasta. Miyamoto Musashi è da sempre considerato il più grande samurai della storia giapponese. Il suo originale approccio al combattimento consisteva nell’utilizzo di due spade. I samurai del suo tempo portavano alla cintura sia la katana (spada lunga) sia la wakizashi o tanto (spada corta). Morire con una di queste ancora nel fodero significava non aver fatto tutto il possibile per vincere e questo era contrario all’etica del samurai. La lotta per la sopravvivenza costrinse così Musashi a usarle entrambe contemporaneamente.
Ecco come Yoshikawa descrive la nascita del nuovo stile di combattimento di Musashi: “Durante la battaglia contro la Scuola Yoshioka, ad Ichijoji, Musashi aveva istintivamente impugnato la spada lunga nella destra e lo spadino nella sinistra. Lo aveva fatto inconsciamente per proteggersi al massimo. In una lotta per la vita o la morte, egli si era comportato in maniera non ortodossa”. *
E ancora: “Sotto un certo aspetto, era la cosa più semplice del mondo. Si nasce con due mani – è naturale usarle entrambe. L’uso d’ambo le braccia in duello era la via normale, la via umana: soltanto l’usanza, inveterata nel corso dei secoli, aveva fatto sì che ciò apparisse anormale. Il tamburino è conscio della destra, conscio della sinistra, ma al contempo inconsapevole di entrambe. Due bacchette, un unico suono. Adesso, d’un tratto, quella scelta istintiva gli apparve naturale, razionale, addirittura inevitabile.” *
Questa è una lezione molto importante per noi praticanti di Shiatsu: abbiamo due mani, usiamole!
(Musashi. Eiji Yoshikawa. BUR, 1994)